L’umanità si divide in due categorie. I grazieadioèvenerdì e i grazieadioèlunedì. Quelli del primo gruppo il sabato mattina tirano un sospiro di sollievo e si sentono sopravvissuti. Quelli del secondo guardano al futuro immediato con orrore e sperano di sopravvivere al week end.

Quando Marito e Gioggiò sono entrati nella mia esistenza, mi è stata consegnata la tessera di fedeltà del secondo gruppo, quello dei grazieadioèlunedì e mi hanno illustrato la questione. A quel punto ho pensato: ma siete sicuri che anche il sabato? In fondo Dio si era riposato solo al settimo.

Nel fine settimana, manco a dirlo, siamo tutti vicini vicini. E poi. Grembiuli da lavare, bicchieri da pulire, vestiti da piegare. In sottofondo non c’è mai un disco dei Radiohead, no. Ci sono i commentatori della serie A.

E come se non bastasse, sulla testa, come una spada di Damocle, pende la domanda: oggi che facciamo?

Ma come. Con tutte le cose che ci sono da fare a casa, a Roma e nella vita.

Cari amanti e detrattori del fine settimana, ecco allora a voi suggerimenti in pillole suddivisi per le due grandi categorie dell’umanità.

Per quelli del club grazieadioèvenerdì.

Ho selezionato tre libri brevi ma intensi che si lasciano leggere in una giornata. Un giorno e mezzo se, come me, siete lumachine. Eccoli.

Primo. Emmanuel Carrère. I baffi.

Un uomo si taglia i baffi e nessuno se ne accorge. Nemmeno sua moglie. Perla quasi sconosciuta e prima opera del grande scrittore francese. Vi turberà e vi lascerà di stucco.

Secondo. Albert Camus. Lo straniero.

Un uomo commette un omicidio. Per la legge è colpevole. E per voi? Riflessione senza tempo sulla colpa e sul diritto di punire.

La copertina originale di “Lo straniero” e un ritratto del suo autore, lo scrittore Albert Camus

Terzo. Virginia Woolf. Gita al faro.

Una donna, nella casa delle vacanze, si prende cura del marito, dei suoi numerosi figli, dei suoi numerosi ospiti e di chiunque venga in contatto con lei. Vi verrà voglia, almeno per un giorno, di essere la signora Ramsay. O almeno di poterla andare a trovare.

Ma proprio perché sapeva ciò che li aspettava – l’amore, l’ambizione, sentirsi soli e abbandonati in luoghi desolati – spesso le veniva di pensare, perché mai devono crescere e perdere tutto ciò? Allora, impugnando la spada contro la vita, si diceva, sciocchezze. Saranno felici.

virginia woolf

Per quelli del club grazieadioèlunedì.

Io le ho pensate tutte: vado al pronto soccorso con Guerra e pace, dico che ho mal di denti e mi faccio mettere in sala d’attesa con un codice verde. Vado al mercato e mi rendo responsabile di un furto di mele e mi faccio arrestare per una notte. Vado alla Rinascente con cinquanta euro e cerco di comprare un maglione per due giorni.

Non le trovate buone idee? Allora sapete che vi dico. A questo giro non cercate di fare niente che non possiate fare. Del resto c’è una cosa che si può fare quasi in ogni situazione. Pensare una storia.

Pensate al soggetto di una storia per un racconto breve da scrivere. Pensate a cinque film che non vi sono piaciuti. A tre libri a cui avreste dato fuoco. Ai classici che ancora non avete letto. A quelli che avete letto a quattordici anni e sospettate di non averci capito nulla.

E se avete un quadernino tascabile, annotate tutto. E mi raccomando fingete di concentrarvi sul bucato.

Buon week end a tutti dalla vostra Viola.

Link esterni:

Scopri di più su Ucronia, l’ultimo libro di Emmanuel Carrère


3 risposte a “Week end: incubo o passione? Aggrappiamoci a una storia.”

  1. Avatar Gianni 77
    Gianni 77

    Grazie. Non conoscevo i baffi di Carrere. Vado a cercarlo. E viva il sabato!

  2. Avatar Marisa
    Marisa

    Io non so bene a quale categoria appartengo, ma so per certo che su Carrère mi hai convinta!

    1. Avatar Viola Maris

      brava Marisa, vedrai che la fiducia sarà ben ripagata!

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