Un grido di orrore si è levato dall’altro lato del letto quando ho osato condividere questo pensiero con Marito: non credi che sarebbe ora di abolire i Promessi sposi dai programmi scolastici italiani?

Ma come. I Promessi sposi. La pietra miliare del romanzo storico italiano. Il fondamento dell’idea stessa di romanzo. Quel ramo del lago di Como.

Ma come. Quei personaggi iconici e indimenticabili. Don Abbondio. L’Innominato. La monaca di Monza. Fra Cristoforo. Ma sei proprio un’asina.

Asina io?

Ecco Marito, volevo dire proprio questo.  Per il mio gusto, nei Promessi sposi è tutto un po’ “troppo” iconico. Quindi, anche meno.

La parodia superlativa d Anna Marchesini nei panni di Lucia

Del resto, non è nemmeno questo il punto.

Intanto, anche se ormai stai già ronfando, ti devo spiegare il motivo per cui a mezzanotte di lunedì mi è venuto in mente di sottoporti questo tema. La verità è che pensavo alla mia adorata nipotina Clara di quattordici anni.

L’anno prossimo sarà sottoposta alla medesima tortura che hanno subito milioni di studenti innocenti.

Nelle settimane scorse, afflitta dal fatto che Clara non ha passione per la lettura, mi ero scapicollata dalla dottoressa Bia, portando sul suo tavolo il mio dramma esistenziale: cosa posso fare per la mia piccola Clara che sta per diventare illetterata e vittima di Tik Tok?

La dottoressa Bia è come Wolf. Risolve problemi.  Mi ha suggerito un regalo per Clara. Un libro delicato e semplice di Niccolò Ammaniti, Io e te, che non sarà certo un caposaldo della narrativa mondiale ma che almeno ha fatto venire a Clara voglia di comprare una lampadina.

Per leggere.

Da piccolo sognavo sempre i mostri. E anche ora, da adulto, ogni tanto, mi capita, ma non riesco più a fregarli

Io e te

Morale della favola. Per invogliare un adolescente a leggere è sufficiente metterlo in connessione emotiva con una storia che susciti il suo interesse.

Per questo motivo penso che I Promessi sposi creino danni irreparabili nei lettori del futuro.

Non vorrete dubitare del fatto che per ogni 10 alunni 4 odiano Manzoni e 5 non lo hanno capito. Come dite? Ne rimane 1? Ah sì,ì quello è il primo della classe. I Promessi sposi li avrebbe letti comunque.

Ora. Voglio essere ottimista sui numeri. In una metà di queste giovani menti costrette con la frusta a leggere Manzoni si formerà la spiacevole sensazione che tutti i romanzi siano lontani dalla realtà, siano scritti in un linguaggio arcaico e abbiano un incipit incomprensibile chiamato espediente narrativo del manoscritto.

Ma soprattutto che leggere un romanzo sia un obbligo e non un piacere. Risultato? Queste giovani menti eviteranno la narrativa come la peste, appunto.

A proposito, volevo dire a Marito che a scuola odiavo Manzoni. E che quando, superati i quaranta, mi è venuta voglia di leggere I Promessi sposi, mi sono leccata i baffi per la goduria. Tanto i capolavori della letteratura mondiale li avevo già divorati da ragazzina.

Buona lettura dalla vostra Viola.

Fatti due risate con il Trio Solenghi Marchesini Lopez


Una risposta a “I Promessi sposi? Anche meno.”

  1. Avatar Amar
    Amar

    Viola Maris, sarà che invece di “uccidere” Manzoni, non dovremmo interrogarci su come lo si insegna e come lo si apprende? Sarà che, invece di passarlo come un vetusto prodotto di un tempo che non ci appartiene, siamo noi adulti, per convenzione e pigrizia, incapaci di attualizzarlo e metterlo “in connessione emotiva” con gli adolescenti che lo leggono per la prima volta? Quanti Don Abbondi, giusto per prendere il più archetipico, hai incontrato sulla tua strada? E nella storia? Io tanti. Dal capo che non si prende le sue responsabilità al kapò che manda alcuni migliaia di ebrei in un campo di concentramento per obbedire a degli ordini. E mi sarei sentita più sola e meno armata a capire la realtà se non ci fosse stato Manzoni a dirmi che c’è un tipo umano che scappa di fronte alle sue responsabilità, che essere pavidi talvolta è peggio che essere stronzi, e che l’etica sta nel coraggio di una decisione. Dunque, I Promessi sposi? Anche meglio.

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