Insonni si nasce o si diventa? Quando nel bel mezzo di una riunione con il mio capo ho sentito il tonfo della testa sulla pila di carte, ho pensato: a ridaje. Gli effetti dell’ennesima notte insonne, con i piedi di Gioggiò piantati nelle costole e Marito che intona la quinta sinfonia dí Bethoveen. Accendi la luce spegni la luce, mettiti i tappi togliti i tappi, metti la cera togli la cera. A proposito, a cosa stavo pensando stanotte? A un nuovo post sull’insonnia.
Più precisamente pensavo: domani, se mi sveglio, metto in fila due righe sul podio cinematografico dell’insonnia. Che forse non conterrà una selezione originale di film del cinema indipendente, ma che di certo menzionerà tre pellicole che si meritano l’appellativo di indimenticabili.
Eh sì, perché noi deprivati della ragione e della lucidità siamo in buonissima compagnia.
Quando soffri di insonnia non sei mai realmente addormentato e non sei mai realmente sveglio.
Fight Club
E pensa che ti ripensa, gira che ti rigira, suda che ti risuda, i nomi saltano fuori.
Ecco il bronzo l’oro e l’argento sul mio tema preferito, che non a caso è anche il tema del motto di questo blog, dove l’insonnia non è peccato:
BRONZO. Insomnia (2002)
Nell’accattivante thriller psicologico di Christopher Nolan, un detective d’esperienza (Al Pacino) viene inviato in Alaska per indagare su un omicidio. La luce perpetua del giorno estivo e il senso di colpa per un errore fatale lo trascinano in un incubo di insonnia e paranoia. Una discesa agli inferi dove il confine tra sogno e realtà si perde nelle nubi oscure della coscienza.
ORO. Taxi Driver (1976)
Martin Scorsese dirige un capolavoro senza tempo. Travis Bickle (Robert De Niro), un veterano del Vietnam afflitto da insonnia cronica, passa le sue notti guidando un taxi per le strade di New York. La sua solitudine e il senso di alienazione lo conducono a una spirale di violenza, rendendolo un simbolo complesso di eroismo e marginalità urbana.
ARGENTO. Fight Club (1999)
Nel cult diretto da David Fincher, il protagonista senza nome (Edward Norton) vive un’esistenza alienante, resa insopportabile dall’insonnia. Le sue notti di deprivazione portano in scena l’esplosione del caos, della ribellione e della frattura tra realtà e follia.

Torniamo alla realtà, si fa per dire.
Il mio capo alla fine della riunione mi ha toccato una spalla. Allora hai capito che devi fare? No, onestamente no. Stavo pensando a Edward Norton. Buona visione dalla vostra Viola.
Lavoro tutta la notte adesso, dalle sei del pomeriggio alle sei del mattino, certe volte anche la domenica; è una fatica ma almeno mi tiene sempre occupato.
Taxi Driver
La privazione di sonno è causa e non effetto dei disturbi mentali: un post della Fondazione Veronesi.
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