Ieri sera, appallottolata nel letto con gatta Tina, guardavo il Marinelli-Duce, volare su un biplano precario verso Fiume, nella prima puntata della serie M. E più Mussolini volava su quel coso più io mi chiedevo: ma è successo davvero?
Un Viaggio nell’America Alternativa di Toledano
Ancora, di fronte all’immagine potente di un uomo addormentato nella neve mi domando: è successo davvero? Another America, la penultima opera del fotografo Phillip Toledano, riscrive pezzi di storia americana attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. Credevate che per fare una buona fotografia servisse una macchina fotografica? Antichi! Può bastare un comando affidato a un software di creazione dell’immagine. Quel che nella lingua dei nerd si chiama prompt. E guai a chi dice “non vale”.

Toledano, uno dei fotografi più apprezzati sulla scena internazionale, utilizza l’intelligenza artificiale per amplificare una visione artistica. L’intelligenza artificiale diventa un collaboratore creativo che consente di esplorare possibilità visive altrimenti irrealizzabili. Toledano provoca.
L’avvento dell’intelligenza artificiale significa che ogni bugia può ora avere prove visive convincenti.
TOLEDANO
L’opera di Toledano mi fa venire in mente almeno tre grandi temi su cui riflettere quando ho l’insonnia.
Numero uno. Il ruolo della fotografia come narrazione visiva documentale. La storia è vecchia come il cucco, ma l’IA la spinge al massimo livello. Fino a che punto è moralmente accettabile la manipolazione di un’immagine che si presenta come rappresentazione di fatti realmente accaduti?
Numero due. Quella che io chiamo ispirazione della Storia. Fino a che punto la storia può essere scritta attraverso mezzi non storiografici? Di grande attualità Pensate solo a opere come M, la serie su Mussolini, o Napoleone, il film di Ridley Scott del 2023. Ci sono molte storie che subdolamente si presentano come opere storiche (es. romanzi storici, film sorici) ma che sono in realtà fiction ispirate ad avvenimenti storici. Fate un piccolo esperimento. Provate a chiedere a una ventina di persone se La vita è bella di Roberto Benigni è un film fantascientifico, storico o distopico e poi fatemi sapere.
Numero tre. Paternità dell’opera. Quando l’opera è realizzata con l’Intelligenza artificiale, chi è l’autore?
Perché l’intelligenza artificiale non dovrebbe essere considerata arte in questo momento? È uno strumento da utilizzare, proprio come una macchina fotografica era uno strumento da utilizzare per creare arte, e qualsiasi strumento è incredibile o meno a seconda di chi e come viene utilizzato.
TOLEDANO
Mentre scrivo questo articolo continua a comparirmi un banner. Chiedi all’Intelligenza Artificiale. Se ci clicco sono un mostro di immoralità? Vi sto prendendo in giro? La mia risposta è: depende.
La Questione della Paternità dell’Opera
Chi è il vero autore di un’opera quando una macchina contribuisce in modo significativo alla sua creazione? Nel caso di Toledano non c’è dubbio. Toledano. Ce lo spiega in modo illuminante Franco Carlisi nell’editoriale del penultimo numero di Gente di Fotografia, la rivista di Fotografia più importante in Italia. E, scusate se è poco, ce lo spiega ancor meglio e anzi tempo Pedro Almodovar in Tutto su mia madre, nel monologo della prostituta Agrado, che dice più o meno così: sono tutta rifatta ma si è tanto più veri quanto più si riesce a somigliare all’immagine di se stessi.
In altri termini. L’idea è mia, non del mezzo con cui la realizzo.
Postilla critica
A volte mi vengono in mente idee che non condivido. Rubo spesso questa citazione ad Altan, e mai più di ora mi sovviene. Non so se sono d’accordo su quello che ho scritto. Non so se l’IA è la morte o il futuro dell’arte e della scrittura. Sicuramente a casa mia è l’unica che sa come si fa un uovo in camicia.
Così lo confesso. Sono abbonata a Chat GPT, che da tempo è il mio segretario personale.
Seconda postilla critica. Maternità dell’opera.
Per mettere al mondo la vita mia Gioggiò, il capolavoro, l’opera d’arte, ho dovuto attraversare i corridoi giocondi della gravidanza e della maternità. Prima del parto: Niente caffè, niente alcool, niente sesso e nemmeno carote crude. Per non prendere la toxoplasmosi naturalmente.
Brano in crescendo.
Dopo il parto. Vedi tutte le voci che stanno sotto “prima del parto” e aggiungi: cefalea, esaurimento, offuscamento cerebrale e produzione schizofrenica di latte umano. Ora, mi spiegate perché dovremmo continuare a chiamarla paternità? Maternità è la parola giusta. Maternità dell’opera. Chiaramente non è un’espressione di patriarcato. Piuttosto, mi sembra un errore di logica.
Non mi resta che augurarvi buona insonnia. Dalla vostra Viola!
Leggi l’intervista intera a Toledano su L’Officiel
Scopri We are at war, l’ultimo frutto del surrealismo storico di Toledano
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